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LA CIVILTA DEL CASTAGNO

La Civiltà del Castagno

Marroni e Castagne nelle Tradizioni locali

 

Il Castagno, nell’Alto fiume Tronto, ha rappresentato per secoli una delle pochissime fonti di sostentamento per le genti del territorio, per cui una buona parte della vita sociale si svolgeva sotto le sue chiome. Terreno da pascolo, alimento per animali, legna da ardere oltre che prezioso frutto, del Castagno non si buttava nulla, proprio cosi considerazioni valide come per il maiale. Si può utilizzare ogni sua parte grazie alle innate peculiarità dell’albero.

 

Noi vogliamo ripercorrere delle rotte passate per raccontarlo e renderlo di nuovo utile e prezioso. Argomento davvero articolato, iniziamo dal frutto, considerato il pane dei poveri, molto nutriente e protagonista nei nostri prodotti tipici e tradizionali come, pani, dolci, conserve e piatti della tradizione.

 

Dei circa 1000 ettari totali della Regione Marche, secondo elaborazione di Coldiretti su dati Istat del 2016, l’85% di essi è concentratto nel Piceno, ben 720 ettari, distribuiti tra i Comuni di Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Montegallo, Montemonaco, Roccafluvione. Numerosi gli ecotipi della varietà Castagne, presenti: La Pinacchione per ora la sola estinta, la Castagna Rustica, N’zita gentile, la Gentile, la Inserta, Pallante, diffuse per lo più nei Comuni di Acquasanta Terme ed Arquata del Tronto, la Tallacano natia dalla località del Comune di Acquasanta Terme, Tallacano, è diffusa anche nei territori dei Comuni di Roccafluvione, Montegallo, Comunanza, la Primutica e la Verdona tipiche del Comune di Montegallo, la Castagna di Ferà diffusa nel Comune di Montemonaco, la Castagna si San Melentino e la Castagna di Felò  diffuse nei Comuni di Acquasanta Terme ed Ascoli Piceno. Ecotipi di Castagne per la maggior parte in via di estinzione.

 

Il Marroncino dell'Ascenzione, monte che sovrasta l'abitato della città di Ascoli Piceno, è una Castagna.

 

Le tipologie della varietà Marroni diffuse sono due, il Marrone Biondo e la Tallacano di razza. Quest'ultima in via di estinzione. è stata individuata dall'Associazione Culturale Alto Tronto. Il Marrone Biondo, di probabile derivazione toscana è diffuso su tutto il territorio dell'Alto Piceno. L'uso ricorrente di aggettivare i Marroni con il nome del proprio Comune di coltivazione, disorienta il Consumatore finale, essendo la Cultivar denominata Marrone Biondo la sola presente. Il Marrone di Tallacano o Tallacano di Razza è in via di diffusione.

 

Due soli i prodotti inscritti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali, apposito elenco predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Marrone di Acquasanta Terme ed il Marrone di Roccafluvione.

 

Probabilmente l’imboschimento fù ad opera dei Monaci Benedettini o quantomeno diedero un nuovo impulso all’area nell’alto medioevo e a testimoniarlo vi sono gli splendidi longevi castagni ultrasecolari presenti sul nostro territorio, vere opere d’arte.

 

L’aspetto del frutto denominato Castagna è generalmente più scuro rispetto al Marrone, in particolar modo per la castagna rustica, ma alcune tipologie possono assumere colori rossastri in alcuni casi molto simili al Marrone. Le differenze sono per lo più fisiche, la sola dimensione del frutto è del tutto fuorviante. Esse possono essere visibili sul Pericarpo dalla presenza di striature verticali e sul corpo, un Ilo alla base chiaro con una rappresentazione comunemente denominata stella molto marcata nei Marroni. L’episperma, la pellicola che ricopre il frutto, nelle castagne è di difficile rimozione, molto semplice da rimuovere nei Marroni.

 

Si distinguono dagli altri ecotipi italiani e delle castagne per la loro particolare dolcezza e per la pezzatura dei suoi frutti. A differenza dei frutti dei Marroni delle piante secolari presenti sui nostri monti si è imposta la cultura di vendita che predilige la pezzatura o dimensione dei Marroni a scapito della fragranza e dolcezza delle pezzature più piccole.

 

Il riccio di solito ne contiene due o tre. I frutti, semplicI e versatili, possono essere consumati freschi o secchi. Il procedimento tradizionale per l’essiccazione prevede la cosidetta Cura, otto giorni in acqua fredda e poi lasciate ad asciugare in luogo areato al riparo della luce del sole. Esse sono ottime cotte arrosto sul fuoco, lessate, sfarinate per i dolci caserecci, in zuppe e minestre o in secondi uniti ai funghi porcini locali. Ricordo i sapori del Castagnaccio, dei ravioli ripieni a carnevale e delle torte e crostate dello stesso impasto, le conserve sottospirito, marmellate con vaniglia e rhum, marroni glassati, salami e rotoli.

 

Ma altre peculiarità riguardano l’uso dell’albero del Castagno nell’artigianato locale, sia in chiave storico culturale che in quella più moderna. Il legno è da sempre protagonista nelle nostre case, Travi, Tavole, Finestre e Persiane, Pali di recinzione, resistente all’usura e alle intemperie, un solido materiale di costruzione. Elastico e resistente era utile per realizzare tutti quei mobili ed elementi della casa rurale che dovevano durare per più di una vita, pensiamo alle botti da vino, mestoli e posate o i tradizionali contenitori per il trasporto dell’uva, a spalla o sui muli, denominati in dialetto Bigonze. Come non ricordare la Cassa Panca, la credenza e il ripostiglio dei montanari, custode sia di suppellettili varie della casa che da deposito per cereali e farine. Ancora oggi abbiamo numerose ditte artigiane locali dedite al taglio e alla potatura degli alberi, ottimo combustibile da fuoco a basso costo ed a impatto zero.

 

Molto ricercati sono il Polline e il Miele di Castagno ricavati fiori tardo primaverili dalle api. Quest'ultimo, otre che squisito è ricchissimo di sali minerali, un nettare molto pregiato, di colore scuro con alta concentrazione di fruttosio di gusto intenso e amarognolo.

 

Un mondo di gusto, tra passato e tradizione, il Castagno rappresenta nel profondo la nostra identità di montanari.

 


Link di approfondimento:

Marroni Piceni


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Commenti: 4
  • #1

    Buonamici Anna (lunedì, 06 febbraio 2017 08:53)

    Salve ho letto il vostro blog mi piacerebbe molto approfondire l,argomento in merito alle castagne

  • #2

    Giacomo Eupizi (lunedì, 06 febbraio 2017 09:13)

    Ciao Anna, certamente, l'obbiettivo per ora sarà recuperare le due specialità di Tallacano, per poi passare ad un parco tematico o ecomuseo, come diceva il nostro interlocutore di ieri mattina. Dobbiamo raccontare quello che siamo stati per ricostruire le identità dei luoghi.

  • #3

    Iolanda alfonzi (mercoledì, 10 ottobre 2018 12:24)

    Ci sono dei libri dedicati al marrone del Piceno che consiglieresti?

  • #4

    Alto Tronto (mercoledì, 10 ottobre 2018 12:48)

    Ad oggi gli unici studi seri sui Marroni e Castagne Piceni risalgono al 1997 e li trova pubblicati sulla pagina del sito denominata Castagni in forma pdf.